Vino alla cannabis
Abbiamo già visto in altri articoli del nostro blog che gli impieghi della cannabis in campo alimentare sono tanti e, soprattutto, aumentano sempre più.
Il motivo di tale diffusione risiede probabilmente nella liberalizzazione della cannabis, ovviamente limitata a quella legale, ma anche nella scoperta da parte dei consumatori del buon sapore di alcune tipologie di infiorescenze di cannabis.
Esistono, come abbiamo visto, diverse tipologie di birra alla cannabis presenti in tutta Italia ed anche fuori, ma è interessante sapere che esistono anche vini alla cannabis.
I primi ad investire in tale settore sono gli americani; come sappiamo, infatti, in molte zone dell’America, come in California, la cannabis è legale e acquistabile attraverso la prescrizione medica. Questo incentiva le sperimentazioni di prodotti a base di cannabis.
Mary Jane: il vino americano
Mary Jane è il vino alla marijuana che proviene dalla California. Ha un colore verde brillante, dovuto alla presenza della clorofilla, e un costo elevato: “Mary Jane” è diverso dal cosiddetto pot wine ovvero il “vino corretto alla cannabis”. Questo vino non è adatto a un commercio su larga scala. Ha, infatti, un costo molto elevato che si aggira tra i 100$ e i 400$ a bottiglia da 30cl. Tuttavia, per favorire la diffusione di questo vino, alcune aziende già pensano a realizzarne una versione a basso costo.
Come si ottiene questo vino
Lo chef Herb Seidel per fare questo vino adopera una tecnica che ha affinato nel tempo; in pratica lo chef mette all’interno delle bottiglie di vino delle cime di marijuana per poi lasciarle macerare. Dopo l’infusione, l’erba comincia a rilasciare le sue sostanze benefiche.
Cosa succede in Italia
E gli italiani, produttori di vini eccellenti, cosa fanno, stanno a guardare?
Assolutamente no!
Alessio Amatori assieme all’enologo Simone Schiaffino, hanno creato Canavì.
Canavì è la prima bevanda aromatizzata a base di vino Verdicchio DOC e canapa sativa in concentrazione dello 0,4 %, prodotta dalla Cantina Monte Schiavo. Non si tratta di un vero e proprio vino, ma, comunque, il commercio e la diffusione della bevanda ha avuto l’autorizzazione dell’Istituto Marchigiano di Tutela Vini. Il Canavì, pensato come esperimento in tiratura limitata, ha avuto un grande successo. Nella lavorazione si usano infiorescenze di canapa sativa fresche.
Caratteristiche di Canavì
Ha un profumo erbaceo, il sapore tipico del verdicchio ma c’è anche un leggero sentore d’aroma di cannabis.
Una nota interessante: le infiorescenze di canapa sativa utilizzate per realizzare il Canavì provengono Canapa Verde di Alessio Amatori. Si tratta di un’azienda bio dedita alla canapicoltura e alla produzione alimentare dove si realizzano: pasta di diversi tipi, olio ricavato da semi di canapa, sapone vegetale all’olio di canapa, piadine sfogliate con farina di canapa al 5 per cento.